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Il disturbo dello spettro autistico o ASD (Autistic Spectrum Disorder) è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello
sviluppo, biologicamente determinato, in cui entrano diversi fattori: immunitari, infiammatori, epigenetici, tossici, che hanno un
coinvolgimento metabolico, con esordio nei primi tre anni di vita.
I bambini che manifestano ASD:

  • hanno compromissioni qualitative del linguaggio anche molto gravi fino a una totale assenza dello stesso;
  • manifestano incapacità o importanti difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva, sia con gli adulti sia con i coetanei, che si
    evidenziano attraverso comportamenti, atteggiamenti e modalità comunicative anche non verbali non adeguate all’età, al contesto o allo sviluppo mentale raggiunto;
  • presentano interessi ristretti e comportamenti stereotipi e ripetitivi.
Innanzitutto il bambino cambia il suo comportamento con la perdita dell’aggancio oculare, il progressivo e lento isolamento, l’indifferenza alle sollecitazioni sonore e verbali. Altra osservazione è l’assenza dello sviluppo del linguaggio e, se già acquisito, la sua regressione fino alla scomparsa. Le stereotipie si presentano successivamente così come il fissare un oggetto che gira su se stesso. Anche gli atteggiamenti ripetitivi, ossessivi, etero ed auto aggressivi sono quadri clinici che si presentano successivamente. Un’osservazione importante è il coordinamento motorio, la lassità dei ligamenti, la deambulazione sulle punte dei piedi, la motricità fine compromessa. Altro quadro clinico importante è l’alterazione dell’alvo (diarroico / stitico).
Sfarfallare le mani è una stereotipia, generalmente accentuata da specifici stati emozionali e rientra in una manifestazione clinica di accumulo di neurotossine con l’interessamento di neurotrasmettitori.
Spesso i bambini presentano un sonno disturbato, in particolare, in base alla mia esperienza, il risveglio si manifesta verso le primissime ore del mattino, frequentemente associato alla presenza di parassiti intestinali (spesso ossiuri).
Definito come «bruxismo», questo fenomeno è spesso legato alla presenza di parassiti intestinali che liberano neurotossine.
La disbiosi intestinale è una costante nei bambini con ASD, spesso associata alla presenza di candida intestinale (saprofita comune in persone con deficit immunitari). Pertanto quando il paziente si presenta con una pancia gonfia è necessario sempre farlo visitare da un medico (per escludere patologie d’organo importanti che potrebbero essere sottostimate). Successivamente bisogna controllare il regime alimentare, l’alvo, e approcciarsi a idonee terapie mediche o a supporti alimentari specifici.
Questo quadro clinico è strettamente correlato all’accumulo di neurotossine, generalmente provenienti dall’alterazione della flora intestinale e da particolari alimenti. Bisogna ricordare che qualunque stato infiammatorio presente nel paziente determina la liberazione di particolari enzimi che intervengono su specifiche aree del cervello causando autolesionismo ed etero-lesionismo.
Indispensabile è mantenere l’intestino sgombro dalle feci. Non ci sono rimedi particolari, importante è ascoltare il consiglio del medico (fibre liquide, somministrazione di alimenti ricchi di fibre, purganti salini, clisteri evacuativi con acqua + olio + sale, ecc.). Sono da escludere i purganti che possano irritare l’intestino.
L’accumulo di oppioidi alimentari determina l’inibizione del controllo dei centri nervosi che controllano il rilasciamento degli sfinteri.
La pelle rappresenta un emuntorio importante. Il cattivo odore è spesso dipendente dalla presenza di accumulo di tossine nel tubo digerente.
Spessissimo i genitori mi riferiscono che l’urina «puzza» nonostante l’esame delle urine risulti negativo. Le urine maleodoranti sono frequentemente dipendenti dall’accumulo di neurotossine alimentari (glutomorfina e casomorfina) che vengono eliminate proprio con le urine. In tal caso è indispensabile controllare l’alimentazione escludendo il glutine.
È un quadro caratteristico dei soggetti in privazione di oppioidi, come quelli prodotti dal metabolismo della pasta ricca di glutine (glutomorfina).
Spesso l’urlo è espressione di un dolore che il paziente non riesce ad identificare o di un processo infiammatorio. In questo caso è importante sottoporlo a una visita medica per escludere, clinicamente, una patologia d’organo sottovalutata (adenomesenterite, appendicite, otite, stomatite, sinusite, ecc.). Soltanto l’esclusione di una patologia d’organo può consentire l’orientamento verso un quadro comportamentale da trattare con idonee terapie non farmacologiche.
L’intestino è coinvolto nella produzione di neuro-trasmettitori nonché di moltissime funzioni immunitarie che rientrano nel trasporto del «messaggio» e nella produzione di neurotossine che, entrando liberamente nel circolo ematico, a partenza intestinale, determinano l’insorgenza di manifestazioni neurologiche importanti.
Indispensabile è consentire una funzione intestinale che raggiunga la liberazione dalle feci quotidianamente, questo per consentire l’eliminazione di radicali liberi (tossine) che potrebbero facilmente essere riassorbite dal tubo digerente. Spesso non viene considerata l’importanza dell’alvo regolare.
Importantissimo per me è rispettare un corretto regime alimentare con la privazione di alimenti cui il paziente risulti allergico o intollerante. In particolare ho osservato, in una grandissima maggioranza dei casi, che i pazienti presentano un antigene d‘istocompatibilità (HLA) correlato alla produzione di oppioidi alimentari (glutomorfina e casomorfina).
La patologia è strettamente correlata al sistema immunitario e neuro-immunitario.
L’interessamento multifattoriale della patologia coinvolge il microcircolo dell’encefalo, dell’intestino e delle ghiandole. Pertanto, considerando che esistono numerosi ormoni/neuro trasmettitori, è plausibile che alcuni parametri ormonali risultino alterati.
L’ipotonia dei legamenti rientra nei quadri clinici del disturbo motorio che quasi costantemente è presente e legato all’interessamento di specifiche aree dell’encefalo.
L’alterazione dei riflessi pupillari (non condizionati dalla volontà) è espressione di accumulo di neurotossine (esogene ed endogene).

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