Riconosciuta sia come odv che come «Centro per la famiglia» dal Comune di Napoli, l’associazione Sempre più in alto ha trovato ospitalità
presso un’ala di uno storico complesso francescano situato nel Rione Sanità, che si affaccia sulla basilica di Capodimonte da un lato e sul golfo di Napoli dall’altro. Qui dispone di ampi spazi per l’accoglienza delle famiglie e per la formazione, diverse stanze per gli incontri individuali con i bambini e i loro genitori, una palestra per le attività di educazione motoria, un ufficio di segreteria, una cucina, bagni, parcheggio e anche uno spazio esterno.
Il suo lavoro è strutturato in tre aree:
• operativa, che include animatori sociali, educatori, insegnanti, maestri di musica e sport;
• servizi di supporto, con attività di formazione, amministrazione, comunicazione e found raising;
• specialistica, che raccoglie medici, psicoterapeuti, operatori sanitari ed esperti che forniscono il loro sostegno alle famiglie.
“Il giorno in cui la diagnosi arriva, è come una sentenza d’ergastolo, preceduta da mesi di smarrimento, incertezza, domande senza risposte… tutto di colpo cambia.
Quella parola di cui non si conosce bene nemmeno il significato – «autismo» – occupa prepotente il centro di ogni cosa: di ogni ora, di ogni attività, di ogni pensiero.
Chi ha percorso il mio stesso cammino sa che cosa intendo; e sa anche quanto ci si possa sentire soli, colpevoli e confusi perché circondati da persone che non sempre capiscono, famiglie in preda allo sconforto, medici con pareri diversi, soluzioni sempre costose e spesso inefficaci.
Ad un certo punto ho deciso di uscire dal tunnel nero in cui ero prigioniera e di combattere per Amedeo, per suo fratello Giovanni, per tutta la mia famiglia, per i miei amici e per me, perché avevo anch’io il diritto di smettere di sentirmi una vittima e tornare a essere una persona.
Il risultato del combattimento:
Amedeo oggi sta bene, ha conquistato passo dopo passo le sue autonomie, vive la vita normale di un ragazzo di 20 anni, frequenta la facoltà di giurisprudenza alla Università Federico II di Napoli con ottimi risultati, esce e viaggia con gli amici, fa sport, guida l’auto, coltiva i suoi interessi per le lingue e la filosofia, e continua a evolvere.
Dalla sua esperienza è nato un metodo che Veronica ha chiamato Sinapsi e che cerchiamo di condividere con chiunque voglia affiancare altri bambini e adolescenti e le loro famiglie nel percorso di sviluppo.
E funziona. I risultati ottenuti in molti anni, ormai, di attività lo provano.
E con queste intenzioni è poi nata l’associazione Sempre più in alto onlus, ora odv, che affianca un numero crescente di nuclei familiari in un itinerario, certamente difficile ma costruttivo, verso nuovi orizzonti che consentano a chi è affetto non solo da autismo, ma da una serie di disturbi del neurosviluppo di arrivare, appunto, «sempre più in alto».
Questi combattimenti non si vincono da soli, ma in squadra. Ho avuto e ho la fortuna di lavorare con persone di grande generosità umana e altrettanta competenza professionale, in primo luogo tutti gli operatori dell’associazione, che sono i più preziosi compagni di viaggio. E poi i medici che ci affiancano da sempre.
Come mio figlio Amedeo e i ragazzi come lui ci provano ogni giorno, si può vivere, pensare e arricchire il mondo di idee e di sentimenti anche (o forse soprattutto) quando si ha una… «diversa-mente».